Factory by Tim Bruno

Factory by Tim Bruno

autore:Tim Bruno
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-03-04T12:00:00+00:00


Nei giorni che seguirono gli animali impararono a conoscersi meglio. Sebbene non si fossero mai visti, ognuno immaginava l’aspetto dei compagni con precisione, e il nome unico che aveva dato loro il ratto li aiutava a sentirsi più vicini e a volersi bene. In breve l’atmosfera cupa e ferrosa della Factory si riempì di racconti e di risate, di scherzi e di messaggi, che Scorza doveva portare da un piano all’altro, percorrendo su e giù i condotti di aerazione.

***

«Amicizia!» disse Fiore, sfiorando il ratto con la punta del muso.

«Sicuro? Dopo non la puoi cambiare.»

Il vitello annuì con decisione.

«D’accordo» concluse Scorza, incamminandosi verso il buco.

Superò la grata, si infilò nel tubo e salì al piano superiore. Zampettò sul condotto e raggiunse lo stallo di Aurora.

La maialina lo aspettava trepidante.

«Amicizia» disse Scorza, sfilando sopra il trogolo.

Poi proseguì verso il distributore per prendere qualche truciolo di foraggio, mentre Aurora pensava alla parola.

«Accidenti, è difficile!» mormorò la maialina tra sé e sé.

Ma quando Scorza tornò, lei l’aveva già trovata.

«Fiore!»

Il ratto ci pensò un istante.

«D’accordo, approvato» disse infine.

«Evviva!» esclamò Aurora.

Scorza tornò al buco d’ingresso, si infilò di nuovo nel tubo e salì fino al piano degli ovini.

«Fiore» disse quando ebbe raggiunto il recinto di Nuvola.

L’agnello iniziò a pensare, mentre il ratto si coricò sul tubo e prese a lisciarsi il pelo con calma. Nuvola impiegava di solito molto tempo a trovare la parola.

«Giallo!» disse improvvisamente il giovane pecoro.

«Giallo?»

Nuvola annuì soddisfatto.

«Che legame c’è tra “fiore” e “giallo”?» chiese Scorza, che prendeva il gioco delle relazioni molto sul serio.

«Ho pensato a un fiore giallo» rispose l’agnello. «I fiori non possono essere gialli?»

«Sì, certo» ammise il ratto. «Ma ogni cosa può essere gialla.»

«Anche un ratto?»

«No, non un ratto, ma per il resto…»

«Una pecora?»

Scorza provò a immaginare una pecora gialla.

«No, non credo.»

«Vedi? Allora, è approvato?»

Il ratto ci rimuginò sopra stuzzicandosi un baffo.

«D’accordo, approvato» rispose infine.

«Evviva!» esclamò Nuvola soddisfatto.

Scorza tornò al condotto e si lasciò scivolare al piano dei bovini.

«Allora, qual è la parola di Nuvola?» chiese Fiore.

«Giallo» rispose Scorza.

«Dimmi la catena, dai!»

«No, il regolamento lo vieta.»

«E dai!»

«Non insistere.»

«Uff» sbuffò il vitello.

«La parola, forza!»

«Sole! Il sole è giallo, vero Scorza?»

«Sì, approvato.»

Così il ratto risalì al piano dei maiali, passando per il solito condotto. Aurora disse “calore” e Nuvola, dopo lungo pensare, disse “colore”. Poi venne “azzurro”, “cielo”, “Nuvola”, “lana”, “tana”, “ratto”, “Scorza”, “guscio”, “lumaca”, “bava”, “saliva”, “gocce”, “pioggia”, “acqua”, “ghiaccio”, “gelo”… finché il povero ratto non fu esausto.

«Basta!» disse, lasciandosi cadere sul condotto. «Non ce la faccio più.»

«Dai, ancora un giro!» lo implorò Fiore. «Io dico… “neve”, “bianca”, “nera”…»

«Notte!» concluse Scorza. «È tardi e ho le zampe a pezzi. Riprenderemo domani.»

«Ma io non ho sonno» disse Fiore.

«Allora pensa alle parole per domani.»

«Va bene. Buonanotte, Scorza.»

«Buonanotte, Fiore.»

«Buonanotte, Aurora.»

«Buonanotte, Nuvola.»

Renderli felici. Fino all’ultimo istante della loro breve vita. Riempire la loro testa di sogni, il loro cuore di speranza.

“Ingannarli” aggiunse Vibrissa. “Quando scopriranno la verità, quando vedranno lo scivolo d’acciaio sotto gli zoccoli… allora penseranno che hai tradito la loro fiducia, che li hai ingannati.”

***

La falena sembrava scivolare sul cornicione con le zampe all’insù, strascicando le ali brune come un mantello di velluto.



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